Pagina:Ferrero - La palingenesi di Roma, 1924.djvu/119

108 la palingenesi di roma


Tacito raccontato i primi travagli della monarchia Romana alle prese con le tradizioni secolari della repubblica aristocratica? Le monarchie, che nel secolo XVI e XVII, lottavano contro i residui delle tradizioni teocratiche, repubblicane e feudali del medio evo, credettero di ritrovarsi in quella storia, sebbene molte somiglianze fossero più apparenti che vere, e frequenti fossero le cose inconciliabili.

Nel 1542 Emilio Ferretti, dedicando un suo commento di Tacito ad un uomo di Stato, perchè ci trovasse norme di governo, scriveva: «Poterit Cornelii lectio nonnihil in isto concusso orbis motu, simillino corum temporum, quae ab ilio describuntur, adjuvare consilia tua».

E il Mureto — un altro grande umanista del Cinquecento — osserva: «Primum igitur considerandum est, republicas hodie perquam paucas esse, nullam esse promemodum gentem, quae non ab unius nutu atque arbitrio pendeat, uni pareat, ab uno regatur».

Anzi, il Mureto ammira tanto la politica di Tacito che non sente più neppure la differenza di molti umanisti per lo stile tacitiano, ed afferma che anche Tacito scrive bene.

Nella seconda metà del ’500 e prima del ’600 le traduzioni ed i commenti di Tacito si moltiplicano, e vengon raccolte, con cura religiosa, le massime sparse nei suoi libri. Si scrivono ad uso dei prìncipi dei «Taciti, con riflessioni politiche e storiche» cioè paralleli coi tempi moderni, consigli politici, vagabondaggi storici. Non solo in Italia, ma in Fran-