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98 | la palingenesi di roma |
vi si insiste dentro, ma si convertiscono in più utilità dei sudditi che si può; le male usate sono quelle, quali, ancora che da principio siano poche, crescono piuttosto col tempo che le si spenghino » 1 cosicché, l’occupatore di uno Stato « deve discorrere e far tutte le crudeltà in un tratto per non avere a ritornarvi ogni dì » 2.
Per dirla più chiaramente: ben usate sono le crudeltà che riescono, mal usate quelle che esasperano senza risultati.
Quale è, dunque, in politica, il criterio del bene e del male? L’abilità e il successo. Ci pare che la famosa frase « il fine giustifica i mezzi », con cui si esprime la politica machiavellica, possa essere sostituita da quest’altra « il successo giustifica i mezzi ». Chi vince ha ragione. Questo hegelianismo precoce giustifica tutte le frodi. « Non può, pertanto, un signor prudente nè debbe osservar la fede quando tale osservanza gli torni contro, e che sono spente le cagioni che lo feciono promettere » 3. Finché ha forza sforzi. « È cosa veramente molto naturale e ordinaria desiderare di acquistare, e sempre quando gli uomini lo fanno che possino, ne saranno laudati e non biasimati, ma quando non possono e vogliono farlo in ogni modo, qui è il biasimo e l’errore » 4.
Nè si creda che questi consigli siano dati soltanto al Principe il quale, perchè si è impadronito