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ven darà la sensazione della campagna più di qualsiasi composizione impressionista, dove si sentano scorrere ruscelli e mormorare agresti fronde coi metodi or ora accennati.

Un’altra secca in cui spesso si arena la nave dell’Arte Decadente è, per la ragione che vi esponevo, cioè per riuscire a vincere le catene della natura, la confusione delle arti.

Ogni arte particolare, quando ha esaurito tutte le proprie risorse, cerca di rinnovarsi e di rinvigorirsi assumendo quelle degli altri.

Ho citato, in principio a questo studio, una definizione del campo della pittura, rispetto a quello della letteratura. Il pensiero di Lessing, riassumendolo, è questo: «La pittura, pei suoi caratteri e pei suoi mezzi di imitazione che può unire soltanto nello spazio, deve in tutto rinunciare al tempo; le azioni progressive, in quanto progressive, non appartengono ai suoi argomenti; ma essa deve contentarsi delle azioni coesistenti o di soli corpi che facciano supporre dai loro atteggiamenti un’azione».

Vicino a queste parole, se mi permettete, metterò un brano di Boccioni, critico futurista, il quale ha condensato, nel suo libro sulla pittura e scultura, esagerandoli, tutti i canoni dell’arte decadente:


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