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XI

Scherzo


     Vano desio di gloria,
impaziente, lasciami
un sol momento in pace:
non piú la cetra armonica
5suono di tromba eroica
è d’animar capace.

     Il fanciullin di Venere
per l’adorata Fillide
m’ha fitto un dardo in cuore,
10e piú non sa la cetera
che lusinghiera rendere
suono che sia d’amore.

     Su di fiorito margine
d’argenteo rio, che mormora
15e al dolce sonno invita,
con l’ore, che ci fuggono
fra i baci rapidissime,
muoio e ritorno in vita.

     Non curo piú di spargere
20versi, che ratti movano
d’eternitade al tempio:
figlio d’un cuor sensibile,
esser io voglio ai posteri
solo in amor esempio.

     25Ei detterá le tiepide
sue rime, che deludano
il pallido censore,
e, di se stesso immemore,
ingannerá lo spirito,
30ammaestrando il cuore.