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scherzi | 247 |
25In terra caddero
l’atro-moleste
febbri, e la gelida
tisi e la peste
inevitabile
30anche sui scanni
d’oro ai purpurei
d’Asia tiranni.
Chiudea, sui candidi
lini oziosi,
35l’Oblio di Fillide
gli occhi amorosi.
Mute le languide
figlie del giorno,
vezzose imagini
40l’erran d’intorno.
Di bruno duplice
manto vestita,
la febbre squallida,
angui-crinita,
45confusa ascondesi
fra il multiforme
stuolo, conducesi
da lei che dorme.
Un angue spiccasi
50dal capo, e in seno
le sparge frigido
mortal veleno.
Da quella barbara
notte d’orrore
55le guancie le occupa
freddo pallore.