Pagina:Eneide (Caro).djvu/72

[733-757] libro i. 31

In cui tutta per ordine dipinta
Era di Troia la famosa guerra.
735E conosciuti a le fattezze conte
Prima il troiano re, poscia l’argivo
E ’l fero d’ambidue nimico Achille,
Fermossi, e lagrimando: O, disse, Acate,
Mira fin dove è la notizia aggiunta
740De le nostre ruine! or quale ha ’l mondo
Loco che pien non sia de’ nostri affanni?
Ecco Priamo, ecco Troia; e qui si pregia
Ancor vertù; chè ferità non regna
Là ’ve umana miseria si compiagne.
745Or ti conforta, chè tal fama ancora
Di pro ti fia cagione e di salvezza.
     Così dicendo, e la già nota istoria
Mirando, or con sospiri, ed or con lutto
Va di vana pittura il cor pascendo.
750E come quei ch’a Troia il tutto vide,
I siti rammentandosi e le zuffe,
Col sembiante riscontra il vivo e ’l vero.
Quinci vede fuggir le greche schiere,
Quindi le frigie: a quelle Ettorre infesto,
755A queste Achille, a cui parea d’intorno
Che solo il suon del carro e solo il moto
Del cimiero avventasse orrore e morte.


[456-468]