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di quei paesi verso cui la bilancia commerciale inclinava, come dicevasi, ad essere meno favorevole. 11 De Santis, contro cui polemizzava il Serra, era un mercantilista arretrato, ed in tutta la confutazione del concetto di lui, che aflermava bastasse stabilire legalmente il rapporto di cambio fra l’oro e l’argento e fra monete d’un paese e quelle di un altro perché il mercato dovesse conformarvisi, il Serra è efficace e corretto; ma, se dá prova di vigoria d’argomentazione, non eccelle per la novitá della dottrina sostenuta, che ornai anzi tendeva a divenire prevalente. Ma la sua potenza mentale superiore e la sua originalitá particolarmente si manifestano cosi nella dimostrazione diretta a provare che, solo incoraggiando lo spirito d’impresa e promovendo le industrie, si facilita l’eccesso di esportazioni, come nell’indagine teorica rivolta a scrutare le partite apparenti e non apparenti di scambi internazionali e le loro correlazioni. E, com’è noto, discorrendo dell’industria agricola, il Serra espone la legge dei compensi decrescenti e ne intravede l’importanza. Quanto al commercio internazionale, non ne ravvisa le ragioni essenziali, poiché solo lo attribuisce alle differenze naturali, che inducono una divisione del lavoro territoriale, e non pone mente alla divergenza di costo comparativo delle ricchezze scambiate nei vari paesi. Tuttavia deve soggiungersi che sino al Ricardo la dottrina del costo comparativo non fu applicata agli scambi internazionali : lo stesso Torrens si atteneva alle divergenze inerenti alla varietá di attitudini naturali e sociali, non arrivando al raffronto fra i costi relativi dei prodotti nei vari paesi. Degli effetti della sovrabbondanza di moneta non ha idea precisa il Serra, che non ne scorge le influenze sulla esportazione ed importazione dei prodotti, determinate dal loro rincarimento. Né ha occasione di trattare del problema fondamentale del corso dei cambi, poiché non svolge i rapporti fra i fenomeni commerciali ed il prezzo delle cambiali. Rettamente avverte che i pagamenti mediante titoli di credito suppongono un uso almeno parziale di moneta in linea definitiva. Perspicuamente dimostra che la moneta dev’essere una ricchezza, e prova il carattere naturale di talune delle leggi economiche che la reggono. Quali siano i mezzi per introdurre nel paese le industrie, non scrive, riserbandosi di esporli oralmente ai governanti ; e si sa che i suoi consigli non furono ascoltati, anzi egli venne rimandato nelle carceri di Vicaria, nelle quali era detenuto sotto l’accusa di falsa moneta. Ma la mancanza di queste norme non vizia il suo trattato, che è pregevole quale saggio teorico, e non ha intenti