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difficili generali e speciali della moneta scrisse con precisione ed tsattez?a singolari, ma pure rispetto alla piú astratta analisi del valore espose dottrine assai ragguardevoli. Particolarmente rilevò le variazioni quantitative della moneta, l’influenza che l’abbondanza o scarsezza d’essa esercita sopra il valore, ed alla ricerca della zecca, che costituisce di fatto una copiosa domanda di metallo, assegnò la sua giusta efficacia. È vero che la designazione legale deJla moneta non è elemento influente sul valore di essa, ma la domanda, che uno Stato faccia del metallo per fini di circolazione, ha indubbiamente un temporaneo efletto, e la variazione di valore poi tende a perdurare, se l’accresciuta domanda non può soddisfarsi a costi costanti. La teoria monetaria è nelle sue linee generali svolta egregiamente dal Montanari, di un secolo però posteriore allo Scaruffi. Riguardo al valore della moneta in relazione a quello dei prodotti, tuttavia non evita errori. Afferma che le merci prese insieme valgono quanto l’oro e l’argento. Ora, se anche intende riferirsi soltanto alla parte d’oro e d’argento circolante, e se pure voglia escludere implicitamente il medio circolante creditizio, il Montanari non tiene conto di un altro fattore essenziale: la rapiditá di circolazione, che, a paritá di condizioni, influisce sulla quantitá di moneta occorrente a sopperire ad una determinata entitá di scambi. Delle funzioni della moneta circolante però tratta con precisione. Ma ciò che costituisce per lui titolo principale di eminenza scientifica è l’indagine relativa all’utilitá in funzione della raritá. Egli dimostra come l’utilitá di un bene dipenda, fra l’altro, dalla quantitá disponibile, e come ciascuno determini il suo apprezzamento concreto, non in base all’importanza astratta della ricchezza per la soddisfazione dei bisogni, si bene in base all’effettivo apprezzamento dell’utilitá che si consegue dalla frazione ultima posseduta. Sopratutto quell’apparente dissidio fra valore d’uso e valore di scambio, che fu la pietra d’ inciampo di scrittori anche classici, venne chiarito dal Montanari, che può dirsi, nel senso genuino, un precursore di Jevons, Walras e Menger. Non si serve di simboli matematici e nemmeno di esempi aritmetici, ma con spirito matematico illustra tali questioni, e nell’esame del valore subbiettivo e del valore corrente apporta contributi notevolissimi. Giá il Custodi avvertiva che i trattati del Montanari, anteriori a quelli stessi tanto applauditi di Giovanni Locke, li sorpassano di molto per vastitá di dottrina e per profonditá di ragionamento; e noi possiamo aggiungere che, come altri scrittori inglesi con