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argenteo; se a volta a volta si decide quale dei due ha presentato maggiore stabilitá, si incorre nell’inconveniente dell’alternanza della moneta non solo, ma del tipo stesso monetario. È vero che anche il bimetallismo a rapporto fisso si risolve in monometallismo alternante, perché, ciuando il rapporto di fatto devia dal rapporto legale, rimane a volta a volta in circolazione il metallo meno apprezzato; ma esso si manterrebbe, se vi fosse la coincidenza fra i due rapporti, e tanto minore è la sua imperfezione, quanto minori e meno frequenti sono tali deviazioni. E lo Scarufíti ha vòlto lo sguardo ad un bimetallismo internazionale con rapporto legale identico nei vari paesi, come il Cernuschi nel secolo xix ha proposto «il 15 ’/2 universale». Anche se tutti i paesi adottassero un sistema bimetallico a rapporto identico, rimarrebbe il metallo piú apprezzato prevalentemente assorbito quale materia per lavori industriali e di ornamento, e non si eviterebbero, quantunque tuttavia in grado attenuato, i danni del doppio tipo. Ma è notevole in uno scrittore del secolo xvi il concetto d’un accordo internazionale monetario, allo scopo di costituire una zecca unica. Né può dirsi, come afferma il Ferrara, che sia stato preceduto dal Bodin in quest’idea, giacché (esattamente osserva il Balletti) il Bodin proponeva un accordo di principi per escludere la moneta divisionaria, laddove lo Scaruffi lo desiderava per ottenere un sistema monetario comune, fondato sopra le stesse basi. Egli paragona il sistema monetario col sistema dei numeri, ed intravede ed in parte dimostra i benefici che si trarrebbero dall’unificazione degli ordinamenti singoli. Qualche particolare ed anche grave errore non diminuisce il merito dello Scarufifí nell’analisi delle condizioni cui il sistema monetario deve rispondere e nella designazione di una lega universale a scopo di unificazione del sistema monetario bimetallico.

Per quel che concerne lo studio d’argomenti minori, pure pregevoli sono parecchi riflessi dello Scaruffi, che vuole le spese di monetazione siano pagate a parte, e non «ricavate dal corpo della moneta». Il che se può sembrare indifferente oggidí, era utile allora ad impedire le esorbitanze della zecca e le confusioni fra l’errore o tolleranza di fabbricazione ed il costo della monetazione in senso stretto.

Certo raggiunse vette intellettuali piú alte di quelle, cui lo Scaruffí pervenne, il professore modenese Geminiano Montanari, matematico, astronomo ed economista, che non solo intorno ai problemi