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Ma, per tornare al nostro proposito, ebbero di un subito i zecchini veneziani o sia ducati d’oro, a causa della sua finezza di 24 caratti, cosi gran credito per tutte le province e luoghi, che non solo si sparsero per tutto dove trafficavano i veneziani, ch’era l’Italia, la Grecia e tutto l’imperio d’Oriente, fino alle foci del Tanai, allora detto la Tana, e per tutta la Natòlia, Soria ed Egitto; ma ne passò l’uso e la stima sin dove non arrivavano né meno a quel tempo i cristiani, anzi in que’ stessi paesi, che da’ nostri geografi erano afi"atto ignorati, come sono le Indie orientali, che centinaia d’anni dopo tardarono a scoprirsi. Il che si sa, perché Vasco di Gama, il primo scopritore di quelle, colui, cioè, che fu il primo ardito a circondar l’Africa tutta e, superato il capo di Buona speranza, andò a trovar l’isole famose, ma fino allora a noi incognite, delle Speciarie, dette le Molucche, costui, dico, trovò aver corso fra le monete in Calicut i zecchini veneziani; e Niccolò Conti veneziano nel racconto de’ suoi viaggi narra che ne correvano a suo tempo per tutta l’India. Il che non è da stupire, mentre con essi pagavano i veneziani le speciarie, che compravano in Alessandria d’Egitto, quivi portate dagli arabi, che dagl’italiani mercanti le ricevevano e per lo Mar Rosso in Egitto le portavano.

Il Taverniero nel racconto de’ suoi viaggi narra che a’ nostri tempi ancora hanno corso per tutta l’ India non solo i zecchini veneti, ma anco gli ongheri d’Allemagna, e si spendono a marchi o sia a peso, come si fa in Venezia, e devono pesar 9 vals e 7/j6, e si spendono per 9 mamoudi e tre pechas (che sono nomi delle loro valute). Ma il zecchino veneziano, per esser piú di tutti perfetto, valeva á.\x^ pechas di piú, cioè 9 mamoudi ^ 5 pechas. Se non che, essendone stati introdotti d’inferiore bontá, battuti senza dubbio in altre zecche, che hanno voluto imitare per guadagno il conio, come pur troppo anch’oggi vien praticato, hanno perduto di credito, sicché adesso solo al pari degli ongari hanno corso; essendo cosa certissima che la serenissima repubblica veneta non ha giammai alterato del minimo le antiche sue leggi circa la finezza del suo zecchino, mantenuto sempre a tutta perfezione