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riduzione in Allemagna ed in altri paesi, sempre aveva sortito infausti emergenti. Ma non è meno in tutto bene de’ popoli l’abbassamento delle monete, come pure dovrebbe esser, per quella ragione: che da contrarie cause contrari effetti sortir dovrebbono. Per intelligenza di che, esaminiamo brevemente i danni e gli utili dell’alzamento delle monete, lasciando però a parte l’utile che ne iranno gli incettatori, che ne trafficano a pubblico pregiudizio.

Dall’alzamento delle monete ha danno il principe, perché scemano le sue entrate; e questo risulta a beneficio de’ popoli, che, sebbene non se n’avvedono, pure ne risulta loro alleggerimento dalle gravezze. Ha danno il popolo per altra parte, perché chi riscuote censi, livelli o pigioni a contanti, riceve minor quantitá di buon metallo del solito: ma questo danno vien partito, perché altrettanto vi guadagnano i debitori, che pagano con meno quantitá d’oro. Ha danno il principe ed i popoli insieme, perché la mercatura si confonde e le arti si perdono; ed in questo caso l’utile opposto va a quegli altri principi e Stati, che dalla rovina del commercio di questi sentono vantaggio. Dunque, se tornano a scemare le monete dal posto in che s’erano alzate, il principe risarcisce l’entrate del suo erario per questa parte; ma ne ha danno il popolo nelle gravezze. Li creditori acquistano quel piú de’ loro crediti e de’ loro livelli o censi; ma li debitori ne risentono nuovo danno, perché sono forzati a pagar piú metallo per lo stesso numero di lire immaginarie, ed il commercio stesso ne patisce nuove convulsioni, onde ne scaturisce nuovo danno al principe. Perché quel mercante, che pagava prima tre lire il braccio di fattura al tessitore di velluto, quando lo scudo valeva 12 lire, se lo scudo sará rimesso a 9 lire, pagando lo stesso, spende uno scudo in tre braccia di tessitura, che prima ne aveva 4 braccia: onde non può mandar in Francia le sue drapperie a’ prezzi di prima, né può persuader il tessitore a ricever meno pagamento, perché egli risponde di non potere spender né meno egli per piú lo scudo che per quelle 9 lire. Cosi i principi, per non dare universali dispiaceri a’ suoi popoli e per non apportar loro nuovo