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soldi 8, e, per accreditarlo, gli stessi mercanti lo ricevevano ne’ pagamenti de’ particolari per lo stesso prezzo. Ora figuriamoci che li mercanti incettatori di monete mandassero a Venezia scudi di Milano, che in quella cittá costavano cinque lire l’uno ed in Venezia valevano lire 9.12, e con questi pigliassero a baratto ducati a lire 6.4, e sia stato, per esempio, il primo capitale, che un tale incettatore v’impiegava, 5000 scudi. Valevano dunque in questa cittá 5000 scudi di Milano 25.000 lire, ma in Venezia valevano 48.000, con le quali si potevano aver a baratto ducati effettivi 7741 -9/3io> che, portati in quella cittá e spesi a soldi 68 l’uno, importavano 26.322 soldi di 11. 7. Ecco dunque che il capitale di lire 25.000 ha guadagnato lire 1132, ch’è quasi 5 ’/j per 100 in poche settimane, che a capo d’anno monta assai piú. Dunque un tal mercante può ben anche, oltre le provvisioni ed aggio che pagherá in Venezia per far il baratto, che ponno importare al piú uno per cento, incettar lo scudo di Milano a qualche baiocco di piú; dal che nasce poi la caristia di tali scudi in quella cittá ed alzamento del loro valore. Ora supponiamo che in quella cittá fossero prima ben regolate tutte le altre monete cosi d’oro come d’argento, giusta la proporzione del loro intrinseco valore e bontá (il che però non era), e che lo stesso fossero in Venezia tutte le monete: dunque quello svario, che si trova in quella cittá tra la valuta del ducato e quella dello scudo di Milano, si troverá con tutte l’altre monete, perché solo il ducato è stato mal valutato, e per conseguenza con tutte le altre monete può fare lo stesso guadagno. E però di lá correvano in abbondanza verso Venezia tutte le monete d’argento e d’oro di giusto peso che v’erano prima, e di Venezia andavano in quella parte altrettanti ducati, mezzi e quarti. E questa è la ragione perché in gran parte dello Stato della Chiesa da qualche anno in qua non si vedevano altro che ducati veneti e testoni scarsi, perché introdottovi anche 1 abuso di lasciar correre i testoni ed altre monete, anzi le doppie istesse calanti di molti grani dal giusto peso, non state queste accettate per baratto di ducati nello Stato veneto. E frattanto chi vuole in que’ paesi uno scudo fiorentino.