Pagina:Economisti del Cinque e Seicento, Laterza, 1913.djvu/315

sproporzione con che erano state valutate negli ultimi bandi, ne’ quali l’oro all’argento aveva proporzione appena d’un’oncia d’oro per once 14 ^120 d’argento, e, secondo le piazze di Genova, di Milano ed altre, doveva averla di uno a 14 2/, almeno. Ma come ciò succeda, si spiegherá diffusamente nel capitolo seguente.

Dunque quello, clie chiamiamo alzamento delle monete, non è altro, a propriamente parlare, che un abbassamento della valuta delle monete inferiori e della lira immaginaria; e cosi delli scudi e ducati immaginari de’ paesi, li quali mantengono bensí la medesima denominazione di lire da venti soldi l’una, di scudi da 7 lire e da 6 lire l’uno o altro, e cosi di ducati da 6.4 e simili ; ma perdono della loro stima in paragone della vera valuta e prezzo delle cose, eh’ è l’oro e l’argento. Il che molto chiaramente si conosce, a chi considera che del 1605 in Venezia valeva il zecchino dieci lire; onde se, per dar un esempio, ad un lettore dello studio di Padova si davano 1200 fiorini all’anno di stipendio, come appunto davano a quei tempi, fra gli altri, al dottissimo Marcantonio Ottelio iurisconsulto e professore di prima catedra del ius cesareo la mattina, essendo il fiorino una moneta immaginaria di sei lire veneziane, dunque 1200 fiorini importavano 7200 lire, che erano 720 zecchini all’anno. Abbiasi dunque un altro lettore al presente 1200 fiorini l’anno, questi valutati a 6 lire l’uno: valendo il zecchino 20 lire, fanno solo 360 zecchini l’anno. Dunque un fiorino immaginario non vale adesso se non la metá di quello valeva 80 anni sono; anzi chi con attenzione considererá che cosa sia in effetto quello che scema e per cui diciamo alzarsi l’oro e l’argento, vedrá non esser altro che quella valuta d’opinione che dá il principe alle sue monete basse, nella quale consiste tutto il guadagno ch’egli può fare nella sua zecca. Perciocché, non essendo, ne’ soldi, ne’ sesini o nell’altre monete di bassa lega de’ principi quel tanto metallo, che vaglia in proporzione delle monete d’oro e d’argento quanto quel principe le fa valere; e la mercatura col suo giro facendo lo stesso effetto che i corpi fluidi che comunicano insieme, i quali, come si disse di sopra, finalmente

Economisii del Cinque e Seicento. 20