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l’alitinonfo

CAPITOLO XIV

L’ordine che si dovrá tenere in correggere o tassare le monete giá fatte.

Accioché tutte le monete sinora fatte, cosi d’oro come d’argento, s’abbiano a spendere per l’avenire per li suoi giusti dati valori, sará necessario dar loro una ordinata correzione o tassa, qual si fará in questo modo, cioè: che, conosciuta dalli contisti, con i loro debiti mezi, la quantitá in peso del puro e del fino che nelle monete esser si trova, valutare ciascuna sorte di esse alla rata, cioè quelle di oro a ragion di lire 72 d’imperiali l’oncia, e quelle d’argento a ragion di lire 6 l’oncia, avendo solamente riguardo al puro ed al fino che in esse ed in ciascuna di loro essere si trova, e nel modo che in questo Discorso, al capitolo XLi ed al capitolo xlvi, in quella parte ch’appartiene a detti contisti, si contiene; con far fare tariffe in stampa che siano d’un medesimo tenore, cioè in quanto alla tassa delli danari, si come cosi veramente per cagione dell’ordine esser dovranno.

CAPITOLO XV

Che si escluderanno molti errori che tuttodí seguono a danno di ciascuno.

Ne seguirá questo benefício ancora: che le monete, cosi d’oro come d’argento, saranno da ora inanzi in tal modo regolate, che senza inganno alcuno potranno essere da ognuno facilmente conosciute. E non occorrerá ch’alcuno le voglia spendere tose o leggiere; conciosiaché chi le avrá a ricevere, ricordandosi che le dovrá pagare a peso di fino, non le vorrá accettare, e non gli tornerebbe conto, tanto per rispetto della nuova e real tassa delle monete giá fatte, quanto anco per li caratteri e note del valore, della lega o finezza e del peso, che saranno