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che, e per le credenze e per le tavole non piú de* principi solo, ma de’ cavalieri ordinari e fino de’ mercanti si fa; quello che per servizio delle chiese fuor d’ogni proporzione d’antico costume, sebbene lodevolmente, si adopra; quello che per pizzi, riccami ed altre manifatture si malmette; raccolto tutto insieme in moneta, cangerebbe ben tosto la proporzione.

Ma dall’altro canto l’oro, che dal lusso moderno si consuma non solo in gioie, catene ed annella, ma per dorature, cosi de’ piú vili metalli come del legno stesso, che, in varie guise intaglio, adorna i nostri soffitti, le nostre pitture e fino le carrozze, che ogni persona di ben comuni facoltá, al di sotta ancor de’ mercanti, vuol niente di meno pompose di quel che fossero gli antichi carri trionfali ; questo pure da tutta la massa dell’oro, che è nel mondo, ne detrae non picciola parte. La prima volta che i romani indorassero i soffitti (e furono que’ del Campidoglio) fu dopo aver distrutta Cartagine: ma, dopo il Campidoglio passò alle camere dei grandi e dei cesari il lusso; onde si narrano inaudite cose del gran palazzo di Nerone e d’altri sfoggi del fasto romano.

Anche i naufragi pur troppo frequenti portano dell’uno e dell’altro i tributi al mare e ponno or dell’uno or dell’altro alterar anch’essi la proporzione.

Ma d’ogni lusso, d’ogni strapazzo, che si faccia dell’oro, molto maggiore è il consumo che ne fanno, con uso sempre detestabile, quegli avari non solo, che, sottratto dal pubblico commercio, lo condannano in vita alle carceri de’ loro forzieri; ma quelli ancora, che, occultandolo di nuovo sotto terra a masse ben grandi, ingiuriano la natura e Dio, che l’ha creato e ci ha dato l’ingegno e gl’indizi per dissotterarlo di dove nasce e valersene agli usi nostri. Sono pochi nulladimeno i cristiani, che d’un si vile e sordido sacrilegio siano colpevoli, in proporzione delle altre nazioni, e de’ turchi particolarmente ed indiani mogori, i quali, ben sapendo non dover essere se non per gran fortuna i figliuoli loro eredi delle facoltá loro, tutto cadendo per loro morte al regio fisco, nascondono sotterra immensi tesori, con proposito di manifestarli a’ figli avanti la morte; il che non