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moneta che abbiamo; e sempre vagliono tutte assieme le comoditá che sono in commercio, quanto tutto l’oro e l’altra moneta, che a questo fine di contrattarle gira il commercio medesimo.

Che se da una cittá sola passiamo colla considerazione ad una provincia, e la supponiamo, distinta da ogni altra estranea comunicazione, sola entro a se stessa suoi baratti e suoi contratti esercitare a guisa d’isola nell’oceano a’ naviganti sconosciuta, o in quel modo pure che per tanti secoli i popoli cinesi hanno negato ogni comunicazione con loro agli altri popoli, non è egli ben manifesto che quanto maggior numero di moneta correrá in commercio entro il recinto di quella provincia in proporzione delle cose vendibili che vi sono, tanto piú care quelle saranno? se cara può dirsi una cosa perciocché vaglia molto oro in paese ove l’oro abbondi, e non piuttosto vile debba in quel caso chiamarsi l’oro medesimo, di cui tanta porzione sia stimata quanto un’altra cosa, che altrove piú vile viene considerata.

Cosi i messicani ed altri popoli dell’America, che d’oro e d’argento abbondavano, ma del ferro erano affatto privi (metallo cui non altro che l’abbondanza ha reso piú vile dell’oro, mentre agli usi umani immediati egli è tanto piú acconcio), comperavano di buon grado un’accetta a peso d’oro dagli spagnoli, € si ridevano de’ venditori come di pazzi, dicendo: — Or va’ tu a tagliar un arbore, se puoi, con cotesto oro, come io lo taglierò con questo ferro che m’ hai dato. — Anzi fra gli stessi spagnoli non potè non far sentire l’alterazione grandissima ne’ prezzi delle cose il commercio in quei paesi; poiché nel Perú, ove abbondantissimi trovarono i piú prezzati metalli e dove come che nudi andavano gli abitanti, e non vi nasceva vino, né v’erano cavalli, e cent’altre comoditá d’Europa vi mancavano, valeva fra loro un paio di calze trecento ducati, una cappa o mantello mille, un buon cavallo quattro o cinquemila ducati, ed i ghiotti pagavano un boccal di vino fino dugento ducati, e stimavano risparmio armar d’argento piuttosto che di ferro le ogne dei cavalli, perché il ferro all’oro in prezzo si uguagliava.

Cosi, avahti che Roma, delle spoglie del mondo tutto arric