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Lombardia, regno di Napoli ed una gran parte dell’Allemagna: essendo proprio di questo male che, quando, trascurando i pronti rimedi, si lascia crescere e far radice, non può piú guarire, senza che non rimangano ben grandi le cicatrici cosi nell’erario del principe come nelle borse de’ privati; ma, se si usano i buoni preservativi, rare volte e quasi mai può molestare i corpi politici, e, se pure in loro si risveglia, colla prontezza de’ medicamenti ben intesi subito ancora risanasi. E questi spero di manifestar io assai brevemente e non senza chiarezza in questo trattato, che m’accingo, piacendo a Dio, a scrivere, sperando di far perciò cosa che da’ viventi e da’ posteri sará gradita per lo pubblico benefizio che potrá risultarne, che è l’unico fine de’ miei studi e delle mie applicazioni.

Conosco e confesso d’accingermi ad un’opera difficile e laboriosa, e so bene che molti saranno di quelli in particolare, che, deputati ne’ maestrali o ne’ Consigli a discutere questa materia per pubblico servizio, diranno, come ho udito dire da piú d’uno, d’esser impossibile il trovar regola che basti a frenar questa corrente de’ popoli ; ma io non posso si facilmente disperarne il rimedio. Chi osserverá che nello Stato dei serenissimo granduca per lo corso di sessanta e piú anni non ha patito alcun’ alterazione la moneta, avendo sempre valuto la dobla d’oro 20 lire fiorentine, lo scudo d’argento 7, gli ongari 11 e un terzo, ed i zecchini veneti e i gigliati lire 12, e che solo da poco tempo in qua s’è fatta qualche alterazione (non però dal principe ancora approvata), che in certi miei scritti di questa materia (che fino dal 1680 diedi in mano a molti amici) io predissi dover seguire; e osserverá dipoi che nello Stato veneto il zecchino dal 1605, ch’egli valeva dieci lire, fino ad ora a poco a poco ha raddoppiato, valendone ora venti, ed ha sempre tirato seco di pari passo la valuta delle altre monete; e che lo stesso disordine è seguito, anzi maggiore, negli Stati ducali dí Lombardia; e molto maggiore segui in Polonia a’ tempi di Casimiro, quando in due o tre anni soli passò l’ongaro dalla valuta di 6 a quella di 12 fiorini: non potrá di meno di scorgere che questa malattia ha i suoi preservativi, senza de’ quali non