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TERZA PARTE


PROEMIO

Si suole da non puochi dir volgarmente che, conosciuta la causa del male, sia facile il remedio. Cosí lo dice l’istesso De Santis nel principio del suo Discorso. Ma non ritrovo questa commune di volgari, o poco meno, opinione esser vera, non solo generalmente in tutte le cose, ma in nissuna. Ché, quantunque un medico sappia benissimo la causa d’una febre putrida e acuta, non li sará facile il remedio, e piú volte con qualsivoglia difficultá non ve lo ritrova; e cosí saprá la causa d’una epilepsia e apoplesia e altre spezie d’una indisposizione di fegato e di stomaco, e cosí d’una ferita mortale, e non ve saprá ritrovare né facile né difficile remedio. E, per lasciar di discorrere sopra diverse facoltá e arti, trattando sopra la materia propria, de pochi disordini che succedono nelli Stati non si ha la causa cosí facile, ma della maggior parte è manifesta; nientedimeno non solo non è cosí facile di remediare alli disordini predetti a chi governa, ma il piú delle volte si rende tanto difficile, che con esorbitante provisione meno vi si arriva; che, per essere cosa nota, non occorre diffondersi in questo. E, per constituire questa proposizione vera, si dirá che, sapendosi la causa del male, sia piú facile e possibile ritrovar remedio che non sapendosi; e che, sapendosi la causa, se sará potente o per qualitá propria o accidentale, il remedio sia difficile e non sempre possibile. Perciò, essendo la causa del male di non far venire per l’estrazione de la robba denari in Regno l’entrate che tengono forastieri in quello e ancora l’industrie che vi fanno per