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saprá e conoscerá che in esse monete veramente si troverá essere un’oncia di oro puro. Questi esempi vi ho cosi proposti, per essere in conformitá del vero e real fondamento di uno per dodici e dodici per uno, cosi de’ pesi come de’ valori, giá dall’autor nostro per l’argento e per l’oro nominati ed al mondo palesati.

Ed in questo modo e con quest’ordine si ha da intendere che ciascuno, che fará coniare il suo oro o argento a sue spese, si troverá avere la medesima quantitá in peso del puro e del fino, come di sopra vi ho espresso; e ciò sará perché in universale si troverá esser costituito il prezzo fermo e stabile per sempre ad essi preziosi metalli, tanto a quelli che di nuovo si ridurranno in danari, quanto a quelli che si troveranno essere nelle monete giá fatte, che sotto l’ordine reale si tasseranno, ne’ valori de’ quali verranno affatto ed in effetto escluse le fatture ed anche ogni altro indebito valore.

E, se per le dette ragioni manifestamente si conosce che non tornerá danno alcuno, anzi che apporterá molto utile a’ principi ed agli altri che faranno far danari a loro spese, quanta maggiore utilitá sará a que’ principi, a quelle repubbliche e ad altri, che non faranno mai spesa alcuna in far danari e che ne piglieranno di continuo, per i loro dazi o entrate, de’ tassati ovvero di quelli che all’altrui spese saranno stati fatti e coniati.^

Io vado considerando che, se da que’ signori leggisti o altri, che consigliarono e proposero che il cavare le fatture dal corpo delle monete doveva essere cosa fatta per pubblica comoditá de’ popoli, fossero state sapute queste nuove, vere e concludenti ragioni, essi forse non avrebbono proposti tali loro pareri. E credo che molti sappiano che la professione d’ intendersi delle cose dell’oro e dell’argento, ed il farne scrutini con fuochi e con altre stravaganti maniere, e poi ultimamente con la ragion dell’aritmetica, sia un’azione molto differente dagli altri studi; e perciò sempre si ha da stare al giudizio de’ periti nell’arte sua, come cosi è stato quasi sempre osservato.

E, rispondendo a quello che voi dite: che si serrerebbono molte zecche e che si sminuirebbono al mondo le gran quantitá de’ danari, dico che questa opposizione è molto frivola e di pochissima considerazione; onde dovete sapere che il mondo non ha di bisogno che di continuo siano rifatte le infinite quantitá e masse grandi di monete giá fatte, ed in particolare di monete fatte nei luoghi piú vicini alle miniere, nelle quali monete (stando