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I

Dell’uno per dodici e dodici per uno, e dei numeri 6 e 72.

Ch’essendo stato detto dal divin Platone e da altri dottissimi filosofi esser cosa di natura che una parte di oro puro a peso vaglia per dodici di fino argento e dodici di argento per una di oro, io credo che a ciò non sará da persona alcuna opposto; e, quando fosse contradetto, fa di bisogno che il contradicente sia piú profondo di scienza che Platone e gli altri filosofi, quali confermano tutto ciò esser vero, overo ch’egli abbia fatto sottilissima e diligentissima anatomia di essi preciosi metalli. E, se la scienza di essi filosofi sará approbata, si come esser deve, sará anco necessario passare piú oltra e venire alli conti aritmetici, e molto ben perscrutare se il numero 6, che è il valore dell’oncia dell’argento, ed il numero 72, che è il valore dell’oncia dell’oro, debbano essere i numeri principali partitori per detti preciosi metalli, corrispondenti ad uno per dodici e dodici per uno, sopra il fatto delli danari, per procedere in infinito. Il che si vede essere stato narrato dall’autore con molta sottigliezza nel capitolo xxxiii, protestando anco nel capitolo v che. se i danari fossero stati fatti e compartiti sotto valori maggiori o minori delli detti, facea di bisogno ridurli in effetto sotto i detti prezzi e terminati valori, volendosi fare il giusto partimento per fare le leghe delle monete senza rotti alcuni, dai quali ne sono sempre nati disordini nelli danari, cosi nel farli come nel tassarli, dimostrando anco ciò nel detto capitolo XXXIII : e sotto i quai valori, ed ivi intorno, le monete di molte cittá e province, per la maggior parte, da un certo tempo in qua si trovano essere state fatte. Laonde tutto quello, che dall’autore nel suo Discorso è stato descritto, sará da molti inteso e posseduto, essendoché i detti valori sono quasi conformi (forse cosi per divina providenza), ed i piú accosti o vicini alli dati ed usati all’oro ed all’argento ne’ tempi presenti; tempi, credo, che si potrebbono con veritá domandare constituiti, nei quali questo cosi gran fatto si dovesse publicare ed a tutti dovesse esser fatto palese e manifesto, come in detto capitolo v si fa menzione. Dubito bene che, quando da lui fosse stato scritto sopra ciò in tempo nel quale si fosse trovato esser dati ed usati ad essi