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Eccher, La fisica sperimentale dopo Galileo 369

riformato dalle fondamenta e studio e costumi e vita.

Lo che mi parrebbe altrettanto utile fatica, quanto il pretender d’aggiungere maestà alla splendida Cupola del Brunellesco, incastrandovi una modesta pietruzza. La bontà del metodo è provata dai progressi della scienza, che poggia, cupola meravigliosa, sul tempio eterno del vero; di quei progressi, che sono nel sentimento di tutti noi, e che ci permettono di vivere di vita intensiva, accelerata, direi quasi lo spazio di un secolo nel breve giro di pochi anni.

Come all’affaticato spirito riesce gradito il ricordo dei primi anni, il rammentare le cose allora imparate, le impressioni ricevute; ed anzi il passato, sotto la nuova luce di lunga esperienza ricomparendo, torna fonte di nuove impressioni e di più larghe vedute; così a Voi, gentili, di cui la presenza è prova del culto che portate alla scienza, non riuscirà discaro ch’io rammenti i primi passi, le prime scoperte della fisica, fattasi ora matrona. Giacchè non va dimenticato, che solo con Galileo incomincia il metodo sperimentale, e che di quanto ci fu tramandato dagli antichi nel campo della fisica, ben poche cose rimangono, e si riducono a semplici osservazioni di fatti. Nessuna teoria che possa reggere all’analisi moderna, se ne togli il con-