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la sua anima, per quanto guardasse intorno, nelle desolate lontananze, non scorgeva riva, non vedeva la fine della sua inutile lotta: e l’acqua fredda e il gorgo del vuoto lo inghiottivano lentamente.

Ogni giorno parlava di andarsene e non se ne andava mai. Era una finzione come tutte le altre; egli sentiva che non se ne sarebbe andato mai. Perchè andarsene? Al di là o al di qua del mare per lui la vita era la stessa cosa. Non amava nessuno, non odiava nessuno: gli pareva di esser diventato vile come lo erano coloro che aveva lasciato nel luogo di pena. Zio Isidoro, verso il quale aveva da lontano conservato un vivo affetto, ora da vicino, nella comunanza della vita quotidiana, gli riusciva indifferente e qualche volta molesto. Quando il vecchio stava lontano, occupato nelle sue pesche e nei suoi viaggi (perchè doveva viaggiare per spacciare i prodotti delle sue piccole industrie), Costantino si sentiva come liberato da un peso; la vigilanza paterna del vecchio lo irritava e lo intimoriva.

Quella sera il pescatore non stava in paese, e Costantino provava appunto quel senso di liberazione. Oh, ecco che poteva fare quello che gli pareva e piaceva, senza udir prediche da nessuno, senza provare quell’istinto di timore e di irritazione, forse rimastogli impresso dalla vita del reclusorio, e che la presenza del vecchio bastava a ridestargli.

Aspettava una donna. Gli sembrava di disprezzare le donne, e realmente provava disgusto a star loro vicino; ma aveva stretto relazione con una ragazza un po’ scema, che abitava poco discosto dalla casa