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Quando zia Bachisia vide l’avvocato, ritornò nella sua antica idea ch'egli assomigliasse ad una magia; e quando il giovane si tolse il tabarro, lo scialle e le altre cose che lo involgevano, la vecchia cliente gli disse che s’era ingrassato assai.

— Questo è niente! — egli disse: e tutti risero come matti.

Il battesimo fu fatto con gran pompa. Forse unica volta in vita sua, zia Martina aveva slargato i cordoni della borsa, facendo venire da Nuoro vini e dolci squisiti; ma la notte non dormiva, ed il giorno viveva in ansiosa attenzione, per la paura che qualcuno toccasse la roba.

Il giorno del battesimo Giovanna si alzò ed aiutò la suocera a fare i maccheroni per il pranzo d’uso: poi tornò a letto, ma vi rimase seduta, appoggiata ai cuscini, con la coperta fino alla cintola, e dalla cintola in su vestita della camicia e del corsetto da sposa. Aveva anche la cuffia di broccato ed il fazzoletto da sposa; era un po’ esangue, ma bella, con gli occhi più grandi del solito.

Nella camera fu apparecchiata la mensa, per la quale zia Martina trasse dall'arca le tovaglie di lino che non avevano più visto la luce dopo che erano state acquistate.

Il battesimo si fece verso le undici, una mattina freddissima e nebbiosa. Dal cielo candido cadeva, intorno intorno al paesello, un fitto velo bianco; le straduccie erano deserte, sparse di pozzanghere agghiacciate che sembravano frantumi di vetro sporco: un silenzio indescrivibile regnava sullo spiazzo da-