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nota 239


de lo, de i, de le, de gli, a lo, a la, a i, a gli, a le, co i; né li ho riprodotti io, né il Doni vi tenne fede, usandoli uniti e disuniti, anche con la consonante doppia, come gli veniva; e d’altra parte è norma di questa collezione dare coi, ai, agli, dei, degli, congiuntamente. Disgiunti li ho riprodotti ne’ versi, poiché potevano diffondervi altro riflesso di risonanza, e nella prosa altresí ne’ pochissimi luoghi ove la preposizione sia posta una volta sola e l’articolo ripetuto avanti ciascun nome, distintamente o no maschile e femminile, o dove pur essendo posta due volte serbi certa sua indipendenza: inanzi a gli occhi e gli orecchi, da le colonne di Ercole e li segnali di Bacco: dove in veritá deve risonare distinta In altri di cotesti particolari non ho seguito il Petraglione e mi penso di aver fatto assai bene, se fedeltá guardinga in siffatti studi è preziosa: gli non ho cangiato in li, non la q in g e scritto seguente, non core in cuore, secreto in segreto, piagnere in piangere, non espunta la i da cacce, camice, benché non sia rimasta in I, 112, la correzione ciancie, né detruse parole che sembrassero d’impaccio a raddrizzare il senso. Per converso ho risolto i nessi prepositivi e avverbiali disopra, disotto, incambio, apoco apoco, atorno, apunto, apena, apresso, acanto e gli altri non molto dissimili impresto per in presto, intesta per in testa, alletto per al letto, insogno per in sogno, dibisogno, inveritá, essoteco, incinta, perché non raro ingenerano confusioni ed equivoci e, in fin de’ conti, avrei dovuto altrimenti tutto tutto rifare com’era e dare un’edizione diplomatica che né questa collezione ammette né comporterebbero poi i lettori. Non ho tócco vizii e vizi, principii e principi e altrettali forme, non, mi si creda, per feticismo di viete apparenze sí per culto dei documenti storici, siano essi anche di sola fonologia; perché la doppia vocale in fine i molti allora facevano nella pronuncia risentire e ancor oggi parecchi né illetterati fanno con istrascicamento fuggevole: benché in qualche luogo le mie correzioni non furono riprodotte: I, 195, 196, 197, secretarii; 199, offizii e benefizii; II, 22, fastidii; 64, propizii; 216, premii. E intatto al plurale femminino, al pari di filosofice, ho reso grece che ricorre piú volte ed è analogico a greci come grechi a greche, ancipiti uscite come in altri vocaboli di ugual terminazione; intatto il possessivo neutro, non dirò maschile, avanti il nome di qualunque genere, ch’è idiotismo fonico del vernacolo, né strambo né inspiegabile, e da accostarsi a certi altri usi neutri non diversi, tutto che rari, che giá altri e io piú largamente