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discorsi utili all'uomo 129


opera, la qual tu dici, è giá di uomo perfetto e giunto alla somma della umana felicitá. Ma a questo tardi si perviene: in fra tanto si deve dimostrare ancóra all’uomo imperfetto, ma che faccia frutto, la via delle cose che si debbon fare; questa forse senza ammonizioni li mostrará la sapienza, la quale a tanto ha condotto l’animo che non si possa muovere se non in bene. Certamente alli imbecilli ingegni è bisogno che alcuno vadia inanzi: «Questo tu fuggirai; questo farai». Oltra di questo se aspetta il tempo nel quale per se stesso sappia quello che sia meglio da fare, fra questo mezzo errerá, ed errando sará impedito che non possa pervenire a tale che sia contento di se stesso: devesi, adonque, reggere, mentre che incomincia a potere esser retto. I fanciulli per scrittura imparano; tengonsi le dita di quegli e con la altrui mano son menati per le figure delle lettere, poi gli è comandato che imitino lo essempio e secondo quello riformare il scritto: cosí il nostro animo, mentre che si ammaestra, è aiutato da quello che gli è prescritto. Queste sono le cose per le quali si pruova questa parte della filosofia non esser soverchia. Domandasi poi se a far l’uomo savio solamente sia bastevole: a questa questione daren noi il suo giorno; fra tanto, pretermettendo li argomenti, apparisce che noi abbián bisogno di advocato il quale ci ammaestri contra li precetti del popolo. Ogni cosa che noi odiamo ci è pericolosa: ci nuoceno coloro che ci desidran bene e coloro che ci desidran male; imperò che il mal dire di questi ci aggiunge falsi timori e lo amor di quegli ci insegna male, desiderandoci bene; imperò che ci manda alli lontani beni e incerti e instabili, possendo noi trar di casa la felicitá. Non mi è lecito, dirá alcuno, andar per la via deritta, perché mi tirano alla pravitá mio padre, mia madre e li miei servi. Nessuno errará per sé solo, ma sparge la pazzia fra il prossimo e ricevela insiemi; e però in un solo sono i vizii di piú popoli, perché il populo li ha dati quelli. Mentre un uom fa l’altro peggiore, ancóra lui doventa peggiore: ha imparate le cose peggiori e poi le ha insegnate; e quella nequizia essendo fatta maggiore e radunata in uno, si sa qualonque cosa pessima. Sia, adonque,