Pagina:Doni, Anton Francesco – I marmi, Vol. I, 1928 – BEIC 1814190.djvu/82

76 i marmi - parte prima


Il Fiegiovanni e il Norchiati.

Fiegiovanni. Ben sapete che l’è cosí come io ve la dico.

Norchiati. Scrivete voi poi tutte le cose che hanno fatto i duchi?

Fiegiovanni. Ogni minima particolaritá, ciò che hanno fatto; di tutti coloro, brevemente, che sono stati della casa de’ Medici; e ho fatto principio dall’antico Cosimo e vo’ finire a questo Cosimo, come dire da un mondo all’altro.

Norchiati. Per me non credetti che voi facessi mai si fatta impresa. Come avete voi narrata la cosa, quando il duca Alessandro trovò del grano che gli usurai l’avevano serrato?

Fiegiovanni. Ho scritto che un anno, minacciando carestia grande e quell’altro da venire maggiore, che sua eccellenza, come ottimo signore, deliberò di provedere alla povertá; onde, fatto chiamare tutti coloro ch’egli sapeva che avevono del grano, gli pregò a uno a uno particolarmente che fosser contenti di mettere a ogni mercato, su la Piazza del grano, tanti sacchi di frumento, al pregio che valeva. Allora uno cominciò a rispondere: — Vostra eccellenza è male informata che io abbi grano; io vi giuro, per il desiderio che io ho che sia abondanza, che egli me ne manca dieci moggia per la mia famiglia e aiutare i miei lavoratori. — Pazienza! — diceva il duca, e in tanto faceva segnare a uno che era da parte: «Al tale messer tale manca tante moggia di frumento».

Norchiati. Bisogna che voi ci mettiate il nome, a che tempo, eccetera.

Fiegiovanni. Tutto ci metterò. Cosí mandò per molti gentiluomini; e ciascuno trovava scusa che non n’aveva. Quando sua eccellenza ebbe fatta questa diligenza, non volle stare a mandare per le case a cercare e misurare, ché troppo avrebbe avuto che fare oltre alla novitá del caso; ma fece di Sicilia