Pagina:Doni, Anton Francesco – I marmi, Vol. I, 1928 – BEIC 1814190.djvu/75


ragionamento quinto 69


messer Gieronimo Molino, mirabile; il divino spirito d’un messer Domenico Veniero c’è comendato assai.

Conte. Il fratello messer Francesco ancóra, e gli altri sono rari, e mai praticasti i piú onorati e amorevoli gentiluomini. Il Barbaro? Non è sí gran titolo che non gli stesse bene. La cittá poi è piena di signori litterati e spiriti dottissimi: lo illustre signor Ercole Bentivogli, la fama del quale è notissima, ed è del numero dei re della republica, il Fortunio, il Dolce, il Daniello, il Cocchio1, il Sansovino, il celeste Tiziano, l’Aretino, Enea2, il Salviati, il Tintoretto, il Marcolino, il Nardi vostro, gentiluomo perfetto, e infiniti mirabili intelletti peregrini, vivono in buono stato; due giovani magnifici e rari vi sono della casa Cornara, messer Francesco e messer Giovan Paolo, tutti datisi in preda alla virtú, agli studi primamente della filosofia e delle buone lettere, poi alla musica e ogni altro virtuoso esercizio da gentiluomini onorati. Gentildonne ve n’è senza numero, che sono la luce della virtú.

Alfonso. L’ora è tarda: vostra signoria riserbi a un’altra sera l’altre cose infinite da dire; e se desiderate farmi un favore miracoloso, venite meco a goder il mio palazzo stasera e quanto voi starete in questa cittá, se ben gli stessi in vita e in morte.

Conte. Io non posso, perché non son mio; io son di messer Luca Martini.

Alfonso. Voi siate con un giovane virtuoso e de’ begli ingegni d’Italia: andate con la buona notte e fatemegli raccomandato.

Conte. Baciovi la mano.

  1. Pompeo Cocchi di Piergentile, da Cordano presso Perugia, scolaro del Perugino. Vedi Della vita e delle opere di Pietro Vannucci, commentario istorico del prof. Antonio Mezzanotte, Perugia, Baduel-Bartelli, 1836, pp. 238-240 [Ed.].
  2. Enea Vico da Parma, lodato eccellente incisore dal Vasari nella vita di Marcantonio Bolognese. Il Doni, nelle Lettere, 1552, n’ha una a Enea da Parma, ove commendalo intagliatore abilissimo pur delle sue proprie Medaglie e registralo poi nella seconda Libraria sotto il nome di Enea Parmigianino [Ed.].