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ragionamento quinto 65


Dubbioso. Voi pigliate ogni cosa in cattiva parte: cotesti libri son nuovi e io perché son mal sano...

Risoluto. Anzi, per dire il vero, potete finger sempre d’essere amalato, per la cattiva cera che avete.

Dubbioso. ... mi sto sempre in casa per poter meglio studiare.

Risoluto. Ci sono assai cagioni che tengono in casa le persone: la paura delle mazzate: «Debitoribus nostris»; e l’esser mostrato a dito: «Ve’ colá, vedi colui! oh che giuntatore solenne! E’ fece una volta una lettera di cambio falsa e rubò con essa non so quante centinaia di ducati».

Dubbioso. Ringraziato sia Dio, che io non son di quel numero.

Risoluto. Non vi scusate e non cercate di difendervi. Chi dice a voi? Favello delle cagioni che fanno stare sempre gli uomini rinchiusi.

Dubbioso. Ce ne son dell’altre da dire, che calzan meglio: per fare il grande, per farsi corteggiare, per poter dire: «a casa mia viene il signor tale, messer quale, il tal dotto, il tal virtuoso, quell’eccellente e quell’altro letterato».

Risoluto. Cotesti son poi panni caldi, fummi, e altre baie da ridersene: pascetevi pur di cotesto: alla fé, alla fé, quando uno ha da pagar la pigione di casa, bisogna altro che visite! o bisogna che tu ti fugga fuori di notte tempore o che di giorno gli uffiziali te la svaligino per pagare il padron di casa: «diavol è» — disse don Santi.

Dubbioso. Qualche meccanico cade in simil furfanterie o qualche parabolano che si vanta d’esser questo e quello e che toglie abitazione non da suo pari furfante, ma da gentiluomo per parere.

Risoluto. Sia come si voglia; questo è un ragionare: a chi tocca, lo sa. Io veggio lá un mio amico: la signoria vostra resti; a rivederci un’altra volta; s’io non avessi una faccenda che m’importa, starei con voi tutta questa sera. Domani ci rivedremo in Piazza de’ Signori.