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18 i marmi - parte prima


e’ si serbano un colpo per loro e non vogliano che si sappi ogni cosa. Non girava egli la mano dove teneva quella cosa che pare un arcolaio, e la voltava sotto sopra?

Ghetto. Sí.

Carafulla. Allora veniva a girar la terra; e quando egli anaspa con quella mano, toccandola con dir: — Qui è sotto il popolo — e — qui sopra il panerello... —

Ghetto. Come fanno eglino a farle quelle palle di cerchi? Perché n’ho vedute di ottone e di ferro.

Carafulla. Maestro Camillo e Fruosino dalla Volpaia le fanno con l’ancudine e con il martello. Odi quest’altra, se la ti va: quando la terra stessi ferma, non dicano costoro che sotto a noi son gente c’hanno i piedi dove i nostri piedi, per il contrario?

Ghetto. Sí.

Carafulla. Come vorresti tu che gli stessino in piedi? Aspetta che io ci ho meglio da dire. Gli strolaghi vogliono che il sole sia piú grande di tutta la terra piú di dieci miglia e che vadi girando a tornogli in sino a mezzo: o non sarebbe egli lume per tutto?

Ghetto. Io non t’intendo e per me non credo che tu sappi quel che tu ti dica; se non che la sia vera che tu giri e il cervello ti giri anch’egli.

Carafulla. Sí, che il tuo monda nespole! Tu sei pazzo publico. Tu dirai pur che si trova dell’acqua in cima d’una montagna: e la non vi potrebbe giá essere, se la cima del monte, che ti par lá su alto, non fusse di sotto; e, quando e’ si fonda in qualche luogo e non si trova ne’ fondi acqua, è perché quella parte viene a essere di sopra.

Ghetto. Tu debbi avere ora il cervello di sotto, n’è vero? In questo caso, del dire della strologia, tu non vali una crazia, ma, nel dare il significato alle cose che ti son dimandate, tu vali un prato, come dire: «Prezzemolo, chi ti prezza amalo; bombarda, rimbomba, arde e dá», e altre girelle.

Carafulla. Nel guatare che tu fai nell’acqua talvolta, non vedi tu le cose a capo di sotto? E nel far della luna la terra