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capitolo xix. | 165 |
Poco appresso scoprirono molti uomini incamiciati, la cui spaventevole visione finì di sbigottire affatto il povero Sancio Panza, il quale cominciò a sbattere i denti com’uno ch’è preso dalla quartana: e lo sbattere dei denti e il tremar delle membra crebbero a dismisura quando scorsero venti persone con sacco indosso, tutti a cavallo, con torce accese in mano. Dietro a loro veniva una lettiga coperta a lutto, accompagnata da altri sei a cavallo, vestiti essi pure con abito nero lungo sino ai piedi delle mule (chè così le giudicarono per il posato loro andare), e procedevano mormorando non so che fra loro con voce bassa e lamentevole. Visione sì strana a quell’ora, e in quel luogo deserto era ben sufficiente per mettere spavento non solo nel cuore di Sancio, ma in quello ancora del suo padrone. Con tutto ciò, mentre Sancio non sapea quasi più come tirare il fiato, il contrario avveniva a don Chisciotte, alla cui fantasia si offrì al vivo in quel punto che fosse una delle avventure trovate ne’ suoi libri. Si figurò che la lettiga