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pero più grandi e più maravigliose; e talvolta, elegge le cose più umili e più inferme, per confondere l’orgoglio e la superbia de’ grandi (a). Iddio per manifestare la sua divina grandezza, dal più fìtto orror notturno fa scintillare la vivida luce; e su i rovesciati sforzi dei nemici spesso innalza trionfi gloriosi ed immortali. Quella sacra Grotta, ove dipinta era l’effigie della SS. Vergine, quella Grotta, che formava un tempo l’oggetto più tenero della più sincera divozione, quella Grotta infine, che chiamar si potea il campo ubertoso dei miracoli di Maria, per investigabile giudizio di Dio, fu derelitta, fu abbandonata dagli stessi antichi religiosi; e costruito il nuovo Convento, questa lasciò sepolta in modo, che se ne perdè ogni traccia del suo sito, e solo per tradizione si dicea, che la Vergine SS. degli Angeli fu rinvenuta in una grotta.

Finalmente giunge il tempo presignato da Dio, e siccome il Signore ispirò il Sacerdote Neemia a scuoprire il sacro fuoco nascosto per molti anni in un pozzo profondo ed oscuro, e posto esso sul sacro altare, formò una immensa luce, che ravvivò ogni cuore, così in questi nostri tempi Iddio ha inspirato il padre Lettore Daniele da Valenzano Provinciale di quest’alma Riformata Provincia di S. Ni­cola di Bari a discoprire prima la Grotta, e poi la

(a) S. Paolo I. Cor. 1.

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