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Il Convento di Cassano da Santuario così rinomato per tanti secoli, sarebbe certamente addivenuto asilo di malfattori, se si fosse abbandonato, essendo più di un miglio distante dal paese, come già si è detto. Ma il venerando padre Francesco di Acquaviva, religioso di esimie virtù e di specchiata santità, divotissimo del Santuario della Madonna degli Angeli, ove avea dimorato di famiglia fin dalla sua professione religiosa, durante la soppressione, si volle rimanere colà da eremita, per mantenere il sacro culto della chiesa, e conservare integerrimo dalle ingiurie de’tempi il sacro Cenobio. Da coraggioso atleta di Cristo non temè, nè lé minacce delle armi francesi, nè gli oltraggi dei rivoltosi, e nè i pericoli degli assassini. Sibbene per la sua prudenza, per là sua umiltà, per la sua modestia, e per la santità della sua vita riscuoteva la stima ed il rispetto degli stessi nemici della religione di Cristo; sicché qual altro profeta Daniele assistito dallo spirito di Dio, non fu molestato affatto dai feroci leoni di quell’epoca immorale. Per fare una lode di giustizia al suo zelo ed alla sua pietà si fa conoscere, che la forza militare tolse le campane del Santuario già soppresso, e le trasportò in Barletta, come avea fatto a molte altre chiese; ma il pio padre Francesco non soffrendo questo oltraggio che si volea fare alla gran Madre di Dio, pieno di santo zelo gi