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sarono di frequentare le catacombe; e perciò quel luogo così sacro e divoto, restò negletto ed obbliato. Quindi nei tempi posteriori questo luogo istesso, un giorno sacro alla divinità, addivenne orrido deserto, covile di fiere e di velenosi serpenti; dimodochè gli stessi pastori intimoriti ne cacciarono ben lungi gli armenti, cedendo l’orrido luogo alle fiere, alla malinconia, allo spavento.

Quantunque dopo la morte dell’imperatore Costantino per l’Italia si ecclissò l’iride di Pace, e si videro queste contrade dilacerate dalle divisioni e dalle guerre desolatrici, dappoichè Eruli, Turcilinci, Rugi, Sciti, Gepidi, Alani, Unni, Goti, Ostrogoti, Wandali e quante furie racchiudeva il settentrione, si scagliarono come lupi affamati a contrastarsi la preda, ed a guazzare nel suo sangue, sicché la Campania e la Puglia restarono desolate, e la Religion di Cristo quasi col ferro bandita (4). Però in questa stagione funesta il popolo Cassanese, mercè il patrocinio della SS. Croce, e l’intercessione di Maria SS. degli Angeli, si mantenne saldo nella religione de’ padri suoi. Testimoni di questa loro costanza sono le molte antiche Cappelle di S. Giovanni Battista, di S. Stefano, di S. Maria Aracoeli, di S. Giuseppe, della Madonna delle Palme ec., le quali cappelle pel loro stile gotico e per la loro costruzione ci menano a quei secoli di barbarie. In conferma di ciocché si