Pagina:Domenico Spadoni - Alcune costumanze e curiosità storiche marchigiane (Provincia di Macerata), 1885.djvu/20



Gli angeli inneggiano in coro alla sua nascita come foriera di pace su la terra agli uomini di buon volere ed i primi ad onorarlo nel suo venire son dei semplici pastori.

Sarà egli il Cristo, che, giovinetto appena, andrà ramingo di terra in terra, senza aver dove posare la testa, annunciando ai poveri la sua buona novella, recando ovunque un balsamo di conforto, una fraterna parola di carità e di speranza a tutti gli oppressi, a tutti gli afflitti, a tutti gli abbandonati, e il grido di guerra:

«Beati quelli che piangono... Guai ai ricchi, guai a quelli che hanno la loro consolazione... I primi saranno gli ultimi e gli ultimi saranno i primi!...»

Il Natale è per tradizione la festa della famiglia. Quando nel corso dell’anno esso giunge, un’onda di affetti e di poetiche rimembranze in noi si ridesta, che, vincendo lo scetticismo del nostro cuore, lo rende più giovane e più buono.

Ed in ogni casa, dove l’attuale malessere economico non sia riuscito a sradicare i costumi, le gioie ed i sentimenti più ingenui e più belli, e dove, per la morte dei genitori1 o per l’allontanarsi dei figli già adulti, non sieno venute meno la compagine e le funzioni stesse della famiglia, tutti godono in quel giorno




— 4 —
  1. Il proverbio dice: Il Natale co’ tuoi, la Pasqua dove vuoi.