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da una parte chiederemo all’estero grano, dall’altra parte noi manderemo all'estero i nostri ortaggi, i nostri vini, la nostra pasta e le nostre conserve che in dieci anni hanno raggiunto l’enorme somma di 40 milioni.

MORANDO: E lo zucchero?

PERRONE: Verremo, se mai, anche allo zucchero che addolcisce tanto la bocca del deputato Giretti.

Io appartengo a regioni dove lo zucchero, in generale, non si prende che per malattia, dove non si consumano i quattro chili per ogni abitante come accade nel resto d’Italia, bensì appena appena uno; a regioni dove se lo zucchero potesse diffondersi (e non si diffonde perché non solo le condizioni sono maggiormente disagiate, ma il consumo vi viene sostituito con le frutta) genererebbe vantaggi: il popolo sarebbe meglio alimentato e associerebbe lo zucchero al grano per dar al corpo quella sanità fisica che costituisce il patrimonio migliore della nostra gente. (Benissimo!)

Ora, se non può nell’Italia meridionale aumentarsi la produzione più del due o del tre per cento raggiungendo un reddito inferiore al cinque o al sei sulle proprie sementi, consegue: che quando in tutta Italia avremo intensificato la cultura — anche seguendo il consiglio dell’onorevole Cavasola seminando quel marzuolo resistito da elementi meteorici naturali — non avremmo che un aumento assai limitato di due o tre