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a darli un mallevadore, il quale l’assicurasse, che riceverebbe per altre mani il vino, che desiderava. Per questo ufizio fu scelto l’oro, e l’argento, ed in tal maniera introdotto il contratto della vendizione, il quale poi si è reso sempre più comune, dopo, che moltiplicate le Arti, e gli impieghi, si è resa sempre più rara, ed impraticabile la permutazione.

[Si può essere ricchi senza essa.] Del restante quando la permutazione di ciò, che si ha di superfluo in altre cose, che si desiderano divenisse praticabile, si diverrebbe ricchi anche senza oro, senza moneta, senza questo mallevadore, il quale benchè credasi il tiranno di tutto il commercio, non è a ben riflettere altro, che un vile Ministro, il cui ufizio solamente ha luogo, quando tutte le altre cose perdono la loro stima, e per la troppa abbondanza, non essendo ricercate, non possono permutarsi.

[Se le Grasce siano in stima.] Quando diciamo, che quel Nobile spese tante migliaja di Scudi in quella fab-