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Il giorno 12 del corrente era il decimo anniversario del ritorno di Pio IX da Gaeta ed il quinto della di lui incolumità nella catastrofe presso Santa Agnese, fuori le mura.

Il comitato direttore delle dimostrazioni pontificie scelse tale circostanza per farne una straordinaria, consistente nel concorso a S. Agnese, dove si recava il S. Padre ed illuminazione per la città.

Infatti, si corrispose generalmente all’invito.

Molte carrozze andarono a S. Agnese e vi si unì molta popolazione a piedi, che applaudì il pontefice gettando fiori al di lui passaggio.

Nella sera, l’illuminazione fu splendida, quasi universale e tranquillissima.

Si osservò che gli ambasciatori di Francia e di Austria non illuminarono i loro palazzi, lo che si rimarcò anche all’Accademia di Francia.

Si ornarono, gaiamente, varie imagini della Madonna con iscrizioni allegoriche alla salvezza ed incolumità di Pio IX, pontefice e re.

Alla imboccatura di Borgo si espose un gran quadro, rischiarato da torcie, in cui si rappresentava Pio IX genuflesso avanti una imagine della Concezione, sul cui inginocchiatoio era il triregno colle chiavi.

Da un lato scorgevasi un grosso drago dalle tre teste, in atto di stendere gli artigli sulle chiavi; ma l’Arcangelo S. Michele accorreva ricacciandolo nell’inferno.

Naturalmente, il basso popolo credette l’allegoria diretta a Napoleone, Vittorio Emanuele e Cavour.

Il Papa si fermò ad osservarlo.