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mandante in capo, protestando legalmente contro il contegno spiegato dai gendarmi pontifici verso la popolazione inerme e tranquilli cittadini.

Ai 23 corrente mori un illuminatore del teatro Tordinona, che era stato ferito nel trambusto dei 19, benché si trovasse dentro la fiaschetteria a San Carlo al Corso, al cantone di via della Croce.

Nella notte precedente ai 23, si fecero circa 15 arresti di titolo politico.

Vi sono tra essi varii studenti della Sapienza.

L’arresto di questi vien attribuito al Te Deum, cantato nella mattina dei 19.

Fin da sabato 23 del corrente, vigilia dell’Annunziata, si era sparsa la voce che nella domenica prossima si sarebbe rinnovato il tumulto, ed a conferma di ciò si videro affissi per il Corso alcuni avvisi ai capi di famiglia di dare il ritengo in casa ai vecchi, alle donne, ai fanciulli.

Benché pochi credessero ad un tale allarme, pur, tuttavia, la forza pubblica venne aumentata e molti si astennero dall’uscire di casa.

Il Papa, intanto, secondo il solito, andò alla cappella alla Minerva, e sulla piazza, tanto nello andare che nel ritornare, fu salutato da alcuni impiegati palatini; ma la pubblica tranquillità non fu menomamente turbata.

I faziosi fecero, nello stesso giorno, distribuire un avviso a stampa contenente la istruzione di star tranquilli e di attendere il momento opportuno.


27. — I capi del corpo dei gendarmi, nella mattina dei 20 corrente, si recarono dal generale fran-