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e per un fellone assoluto, cento sudditi fedeli sono diventanti felloni. Tornate sull’antica strada, e se volete che la vostra giustizia condanni pochi, fate che condanni inesorabilmente. La prova della tolleranza si è fatta, e non ha portato altro che male; venite alla prova del sangue, e vedrete che il dichiararsi ribelle non sarà più la moda del giorno, e il gergo del buon tuono. Incominciate dai piccoli delitti, i quali guidano alle colpe maggiori, e le punizioni della vostra giustizia siano severe e terribili. Le anime degli scellerati sono feroci e spietate, e non si lasciano atterrire dalle punizioni infantili dettate dalle smorfie della filosofia. Iddio, che è il padre della misericordia, ha creato per punire le colpe un inferno, e la creazione dell’inferno serve mirabilmente alla popolazione del cielo. Risparmiate il sangue degl’innocenti pensando che il principe più pietoso è quello che tiene per primo ministro il carnefice. Il codice penale è dettato dalla voce della natura e da quella della Divinità: mano per mano, occhio per occhio, vita per vita. Tenete in vigore questo codice, e vedrete che le strade del vostro regno saranno sicure come la caserma dei soldati, che l’erario del vostro stato non dovrà mantenere nelle prigioni una popolazione di rei, e che lo scuotere il vostro trono non sarà più il pensiero di tutti gli scapestrati.» Mi pare, vecchiarella mia, che in questo siate un poco troppo rigorosa.

Pulcinella
A me al contrario par che dica bene, e di queste cose i lazzaroni ne sanno più dei dottori. Quando usavano la corda e la forca, si tremava al nome della giustizia, e si procurava di tenersi le mani per non andare in prigione; ma adesso i procesi fanno venire da ridere, perchè si sa di certo che tutto finisce in bagattelle. Per li delitti grandi la grazia è quasi sicura, e per le colpe minori non ci è altro che un poco di carcere, oppure un poco di lavori forzati. Nessuno teme queste pene, perchè noi povera gente stiamo meglio in prigione che a casa nostra, e un condannato ai lavori guadagna il doppio di un operaio, e fatica la metà di meno.