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Sì, caro Pasqualin, ben volontieri
      Lo vedrò (gli rispondo), e di buon core
      Vi dirò schiettamente i miei pensieri,
      Perchè vorrei, che vi faceste onore.
      Prende un fiasco alla mano, e due bicchieri,
      E presentami un vin d'aureo calore,
      Dicendo: Questo qua Paron mio caro,
      Dalla Tosse el defende, e dal cataro.


E vòi che tra de nu sel coccolemo 1
      Fina l'ultima giozza, e allegramente
      2 Da Sanzuanne, vòi, che se godemo;
      Basta, che mia 3 Muggier no sappia gnente,
      Alla salute del Paron. Bevemo:
      Benedetto sto vin dolce, e racente.
      Prima ch’i’ avessi il mio bicchier vuotato,
      Tutto il fiasco da se si è tracannato.


Bevuto il suo 4 Caffè, da me si parte,
      E si accosta alla Macchina quadrata.
      Separa alcuni fili, e li comparte,
      Ed apre un finestrin sulla facciata.
      Io m’accorto a guardar da quella parte,
      E veggo una distanza smisurata,
      E parmi di sentir di qua, e di là
      Il Tamburo suonar Tatapatà.

E sento a dir dal bravo Pasqualin:
      5 Vederanno dalla prima veduta
      Amor, che xe vestio da santolin 6
      7 Al Trottolo ziogar con una putta;
      Ma ella, che no gh'hanno sto morbin 8,
      Se tira da una banda, e non fe buta 9.
      Amor ghe dise 10; Premi, vita mia,
      E la Putta 11 stalisse, e fuze via,


P 3 E ve-
  1. Ce lo beviamo.
  2. Per San Giovanni, Giuramento usitato.
  3. Moglie.
  4. Per ischerzo l'Autore chiama il Vino il Caffè del Gondoliere.
  5. Il Gondoliere affetta di voler parlare Toscano, per imitare quei, che mostrano i Mondi nuovi, e dice degli spropositi.
  6. Da bambino.
  7. Giuoco, che si usa dai Ragazzi.
  8. Allegria smoderata.
  9. Non sicura vedere.
  10. Termine de’ Gondolieri, che indica a sinistra.
  11. Stalire, all'incotrario significa a dritta.