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della mia impressione. Ho riacquistata la mia primiera tranquillità, ho fissato il metodo alle mie incombenze, ed ai miei piaceri. Torcete il collo, perchè ho detto: ed ai miei piaceri? Credete, Signori miei, ch’io voglia tutto sagrificarmi al travaglio, senza respirare, senza mai divertirmi? Scusatemi, voi v’ingannate. Sono di carne, ed ossa, come voi siete. Il Mondo è fatto per tutti; il galantuomo può onestamente profittare delle buone occasioni; io ne ho parecchie di dilettevoli; sarei uno stolido, se le trascurassi, e voi sareste da me peggio ancora serviti. È vero (mi diranno i più facili, i più indulgenti) tu hai ragione, sei nella più bella situazione del Mondo, godine, che buon pro ti faccia; ma perché ritardare il primo Tomo delle tue Poesie...... (per carità non le chiamate Poesie.) Perchè differire l'adempimento di tua promessa? Non erano cose fatte? Non avevi teco la tua raccolta? Perchè tardare a spedirla? Signori miei amatissimi, prima d’inviare le mie Poesie.... voleva dire, le mie barzelette, ho dovuto rivederle, e correggerle. Le ho rivedute, e corrette; ma saranno elleno perciò migliori di quel, che erano? Giudico certamente, che no, poichè (con buona grazia de' Signori Toscani) noi sogliamo dire: Il male è nel legno; per significare, che sta il difetto nell’intrinseco della cosa, ne' fondamenti. Saranno sempre le barzelette, che erano, scritte col mio solito stile, e con quel sale che può produrre la mia Fontana. Vi troveranno qualche cosa di più quei, che non sono del mio Paese, cioè le note ai termini, ed alle frasi più strette del Veneziano linguaggio, avendo io ciò fatto, non perchè importi molto l’intenderle, ma per continuare l'idea, che mi sono proposta di far conoscere agli stranieri una tal soavissima lingua.

Continuerò dopo queste, amorosissimi Signori Associati, a regalarvi, a suo tempo, il resto delle mie barzelette, terminate le quali, avrete la raccolta de’ miei Drammi giocosi. Circa alle mie Commedie,

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