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Poetico, per voglia di verseggiare, per imponere, per comparire, per soddisfare la Musa. Cose sono elleno tutte create per l’occasione, fatte per obbedienza, e dovere. L’onore, che ha voluto farmi qualche Accademia, di ascrivermi fra suoi compagni, mi ha obbligato talvolta a comporre per debito, o per gratitudine. In occafione di Monache, o di Sposalizj sono ricorfi al Poeta Comico per rallegrare la Festa; in somma voi non troverete ne’ miei componimenti il Sonetto a Clori, la Canzona a Filli, la Poesia di capriccio, ma gli argomenti vi mostreranno la necessità, che ho avuto, bene, o male di scrivere. Alla buon’ora, dirà taluno, ti si passa questa tua necessità, che potrebbe anche essere sollecitata, o dallà vanità, o dall’interesse; ma qual puoi vantare necessità di raccogliere le tue fanfaluche, e di ristamparle in Volumi? Quì mi conviene confessare la verità, ed accordarvi, che io lo faccio per interesse. La nuova edizione delle mie Commedie, che si fa dal Pasquali, a mie spese, è un pelo grande grandissimo, e per la spesa, e per la fatica. Ho bisogno dell’aiuto vostro, Associati miei cortesissimi. La speranza di essere favorito mi ha consigliato ad offerirvi un dono, voi ne avete aggradita l’esibizione, ed io sono in debito di mantenerla. Ho diferito un poco troppo, egli è vero, a mantenere la mia parola; dovea comparir questo primo Tomo, dopo il quarto delle Commedie; il quinto lo ha preceduto, e questo ancora si è ritardato. È inutile, ch’io vi ripetta le scuse, voi ne siete di già informati, e so, che ne siete persuasi, e mi compatite. Chi consce Parigi sa l’effetto, che può produrre ne’ primi mesi una sì grande, una sì strepitosa Città; chi ha qualche cognizion di Teatro comprenderà l’impegno di un Autore, che si trasporta da un Paese all’altro, così diverso di genio, di costume, di caratteri, e di linguaggio. Queste sono le vere, le sincere giustificazioni del mio ritardo. Crederei, che il non ammetterle fosse un procedere con troppo rigore. Presentemente sono in istato di non più ritardare il seguito