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18 PRIMA NOTTE.

Pope l’uomo cantò. L’uomo immortale
Io cantò, e spesso me medesmo io spingo
Al di là del confin di nostra vita.
E qual cosa può mai piacermi adesso
645Fuor che immortalità? Nel basso mondo
Io sono un infelice. Oh Dio! se Pope
Stato fisso non fosse entro l’angusto
Cerchio del tempo, e proseguito avesse
Le tracce illustri del suo volo ardito,
650L’avria questi condotto all’auree porte
D’Eternità: sull’ali sue di fuoco
Fermo stato saria nell’alte sfere,
Donde mia debolezza a terra cade.
Sì, l’immortalità dell’uomo avria.
655Celebrato co’ versi, e fora stato
Del Germe uman consolatore, e mio.