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— 394 pendenti. C&rìsto cedette alla prepotenxa di Atene fra l’a. 476 e <ÌS a. C, E di quell’Erraolico che, dopo la gloria acquistata a Micale, Er^ doto ci dice esser morto poi combattendo con 1 Cariati | eio4, dodici anni dopo Micale); Pauaania vide, ai snoi tempi, la statna nell’acropoli d’Atene.

N. 19. Karà niy tòv fpuìta tòv =.tpliuì, kqI tòv MaiTiarcui ddvorav, ToaaOTa Ifivtro (§ 1 13).

Outtla, ptrtanlo, i la storia degli amori ài Serte e della fnt di htasitte.

Fra il lungo episodio degli amori di Serse, che fiaisce colla morto di Masiste, e il Capo 107° che lo precede, c’è un’intima e vìiibiliiiioi eoUegazione. Perchè Erodoto volle di certo che il lettore aecolai no tasse e meditasse un gioco terribile della sorte, vedendo quel Muiite; il quale aveva creduto d’ingiuriare fieramente Artaunte arvileodolo col nome disprezzante di femmina; essere poi egli stesso capitato il male per cagion di tre femmine. Una delle quali per toprassello lì chiamava proprio Artaunta.

N. 80. TaOra X^ujv ’ApTaOicTii<;, cinerèu? ImcXXe dvandociv E^pCn boOvm avbp6(; oIkov, où6èv Ù7roToirr|eévTa tu)v éxetvo? ^(ppóvce (§1161.

Col qual discorso Artautte riuscì facilmente a ottenere da Sene la casa, non avendo questi indovinato per niente il senso intitM di ehi parlava.

Erodoto vuol forci intendere colle citate parole; che se mai Sen’ avesse potuto subodorare trattarsi veramente di un sacrario pieno di ricchezze e di cimeli d’ogni ragione, non l’avrebbe certamente abbMdonato ad Artautte; ma l’avrebbe piuttosto spogliato per pro| conto come fece del tesoro di Delfo.

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N. 21. ’Eiri T<W ^^ Ti’iv paoiXno<; axpaxeùeoeai TTpoTe<j(X«unr R( voéuiv Toidbe’ ri’iv ’Aair\v irSaav vofitZouoi éuiuritiv ctvai TT^poin, vi ToO atei PaaiX£ÙovTO(i (§ 116).

Quando poi Artautte affermava: che Protesilao tra ondalo « combattere contro i domini del re; egli fondatati sul principio, secondo cui, t Persiani tengono tutta l’Asia per propria, . e come suddita conseguentemente dei singoli re di Persia. J

Protesilao era andato eSattivamente a combattere Priamo nella guerra di Troia. Ma ciononostante, Artautte credette di poter dir»: che era andato a combattere contro i domini del re di Pertia, ia grazia precisamente di quel dogma persiano che Erodoto ha cura (fi rammentarci nel passo surriferito.