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aveva spogliato il tesoro di Protesilao fig-lio d’ IBcli, in Eleunte, ingannando a questo proposito il re die stava per movere per Atene. Dappoiché nella città di Eleunte. nel Chersoneso, si trova appunto il sepolcro di Protesilao circondato di un sacro recinto: nel qual sepolcro era radunata molta pecunia con coppe d’oro e d’argento, ogcetti di bronzo, vesti preziose ed offerte d’ogni ragione. Le quali cose tutte furono involate da Artautte con beneplacito del re. Imperocché egli aveva ingannato Serse con un messaggio che diceva: Sorge qui la casa di un Greco che andò a combattere contro i tuoi domini; e avendone il merito che gli spettava, rimase morto. Dona, dunque, a me questa casa; e così ognuno impari che non si offende impunemente la roba tua. Col qiial discorso Artautte riuscì facilmente ad ottener da Serse la casa, non avendo questi indovinato per niente il senso intimo di chi parlava (20). Rispetto poi a quanto Artautte affermava; che Protesilao era andato a combattere contro i domini del re, egli riferivasi unicamente al principio, secondo Cui, tutta la terra asiatica i Persiani tengono come cosa propria, e come suddita conseguentemente dei singoli re di Persia (21). E ottenute però che ebbe Artautte le vag’heg’giate ricchezze, egli le trasportò a Sesto, riducendo a coltura e a pascolo il sacro recinto. Appresso poi (come dicevamo pur dianzi) egli fu stretto d’assedio dagli Ateniesi, senza nissuna sua preparazione o aspettazione dell’oste greca. La quale gli piombò addosso affatto alla sprovveduta.

117. Al sopravvenire poi dell’autunno, gli Ateniesi afflitti di trovarsi lontani dalla patria, e di non poter espugnare la città nemica, chiedevano ai loro duci che li ri L