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fareto e Filocione e Callicrate; un secondo per gli altri Spartani, e un terzo per gì’ Iloti. I Teg-eati poi eeppellirono separatamente i suoi ammucchiandoli tutti insieme: e lo stesso fecero gli Ateniesi; e lo stesso i Megaresi e i Filasi per quelli dei loro che erano stati distrutti dai cavalli nemici. Ora, i sepolcri eretti a Platea da tutti i popoli finquì citati erano realmente sepolcri pieni; laddove quelli che ci si veggono degli altri popoli, non sono che effetti di gente ontosa per essersi trovata assente dalla battaglia, e che alzarono dei sepolcri vóti per darla ad intendere ai posteri. Apparisce, per esempio, fra gli altri anche il, così detto, sepolcro degli Egineti: ma io so che esso fu eretto dicci anni appresso, ad istanza degli Egineti, per opera di un tal Cleade, figlio di Autodico, cittadino plateese, che aveva legami d’ospizio con loro (16).

86. Quando poi i Greci ebbero data ai loro morti convenevole sepoltura, fatto consiglio, immediatamente deliberarono di movere le armi contro Tebe, e di richiedere ai Tebani tutti coloro che erano infetti di medismo; particolarmente Timagenide ed Attagino, siccome quelli che erano riconosciuti i capi di parte medica; risoluti, se questo non ottenevano, a non levare più il campo dalla città se non espugnata. Conforme però ai detti propositi, nell’undecimo giorno dal fatto di Platea, i Greci si trovavano alle porte di Tebe, e la stringevan d’assedio chiedendo di aver nelle mani i partigiani del re di Persia. Ma i Tebani non volendoli dare, quelli si misero a devastare le terre e a batter le mura.

S7. Né mai cessando un momento l’opera distruggi