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al recinto che attornia il tempio di Minerva Pronea; là dove essi in ultimo si fermarono, dopo aver rotolato per mezzo ai Barbari. Nel detto modo, dunque, segui la ritirata di costoro dal tempio delfico.

40. E il naviglio ellenico partito da Artemisio andò, per istanza degli Ateniesi, ad approdare all’isola di Salamina. La qual cosa gli Ateniesi desiderarono al fine di trar fuori dall’Attica e mettere in salvamento i loro figli e le loro donne; come pure per aver agio di deliberare intorno al partito piìi utile ai fatti loro. Imperocché Io stato proprio delle cose era tale da indurli a gravissima meditazione, come quelli die erano stati ingannati nelle loro più eque e ragionevoli aspettative. Mentre infatti si immaginavano di trovare i Peloponnesi raccolti con tutte le loro forze nella Beozia, per ivi aspettare di pie fermo l’urto dei Barbari, non trovarono nulla di tutto questo: ma ebbero invece notizia che i Peloponnesi stavano interrompendo con una muraglia il passaggio dell’Istmo, occupati dall’unico pensiero di salvare possibilmente il loro Peloponneso, e non brigandosi punto di tutto il resto. Le quali informazioni furono appunto- quelle che persuasero gli Ateniesi a spingere i confederati verso Salamiua.

41. E a Salamina effettualmente approdarono tutti gli altri, mentre gli Ateniesi per parte loro afferrarono l’Attica. Dove pervenuti, misero subito fuori un bando, nel quale raccomandavano ai cittadini di trasportare in luogo sicuro le loro donne e i lor famigliari. E chi, per conseguenza li mandò a Trezene, chi in Egina, chi in Salamina (12). Procedendo con gran fretta e premura in quest’opera di salvamento, sia per obbedire ai responsi