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ma dopo di essersi vicendevolmente incuorati alla pugna, in sull’ora del mezzodì, spinsero le loro navi in alto. Intervenne poi che in quei medesimi giorni, in cui si combattevano queste battaglie navali, si combatteva anche per terra alle Termopile. E tutto lo studio degli Elleni in mare stava nel difendere lo stretto di Euripo, come tutto lo studio di Leonida e dei suoi stava nell’interdire ai nemici il passo terrestre della Grecia. Onde (nei due campi nemici) gli uni facevano a gara, nella pugna terrestre e nella marittima, per escludere i Barbari dalla patria; e gli altri per distruggere, se potevano, l’esercito e l’armata ellenica, e impadronirsi dei paesi.

16. Intanto che il regio naviglio in buon ordine si avanzava, i Greci rimasero immobili in Artemisio: ma non appena i Barbari spiegarono le loro navi in forma di mezzaluna, per prendere in mezzo le navi nemiche ed impadronirsene; allora anche i Greci finalmente si mossero, e attaccaron battaglia. Ma gli effetti di questa fazione navale rimasero incerti, e quasi si bilicarono dalle due parti. Perocchè il naviglio dì Serse riceveva grandissimo impaccio dalla moltitudine dei suoi legni, i quali gli uni cogli altri implicandosi cozzavano insieme. Ma nulladimeno restò saldo alla prova e non cedette del campo; dappoichè i Persiani si sarebbero arrecati ad onta d’indietreggiare da fronte a poche navi nemiche. Del rimanente, molte navi greche furono danneggiate, molti uomini uccisi: ma i Barbari ne uscirono anche peggio trattati negli uomini e nelle navi. Finito poi che fu il combattimento, ognuna delle parti si ritirò ai suoi ripari.

17. Nella detta battaglia navale, si segnalarono mas-