Pagina:Delle biblioteche popolari e dell'istruzione nelle campagne.djvu/9


— 6 —

a loro insaputa idee e sentimenti nuovi e per aprire alle giovani generazioni un novello avvenire1. Oggi si crede da qualcuno che il Romanzo faccia parte della letteratura leggera ed inutile; ma esso invece è destinato insieme colla Commedia a formare parte importantissima della letteratura dei tempi che verranno; e circa la sua utilità può benissimo applicarsi quello che Plutarco disse della poesia «che cioè quando i precetti della filosofia sono coperti delli ornamenti poetici, essi trovano adito più libero nell’animo dei giovani, che quando si presentano nudi e in tutta la loro austerità.» Intendo dire del Romanzo che non si distacca dalla ragione, del romanzo che non rifiuta la buonafede, che non insulta al pudore e che più specialmente si occupa di storia e di morale; questa bisogna ricordarsi che è farmaco amaro e che conviene saperla addolcire come un siroppo profumato che gradevolmente inganna il palato.

In generale deesi aver cura che il libro sia onesto, che il fine a cui tende lo scrittore sia il miglioramento dell’Umanità e che ad esso non manchi il pregio della lingua, la quale dev’essere dagli Italiani custodita come cosa veramente sacra; giacchè essendo essa come il nodo che stringe e mantiene unito un popolo, è per così dire il baluardo della nazionalità, di maniera che lo scadimento e lo invilimento di quella, segna la decadenza di questa: onde non a torto scriveva Plutarco, essere meno vergogna a un popolo perdere la libertà che la lingua natale.

Questa è la stregua che mai non falla nella scelta dei libri che debbono circolare per le mani del popolo: e chi si accinge a quest’opera dee tener bene a mente che vi hanno pel cuore dell’uomo tre grandi Unità: Un Dio, una Famiglia, una Patria; questi tre grandi concetti, queste tre grandi aspirazioni denno essere opportunamente coltivati acciò l’ordinamento politico possa costituirsi colla stabilità che gli compete sulle fondamenta dell’ordine morale; quest’ordine morale è indispensabile alla conquista della civiltà, la quale è moralità sincera e profonda, nel modo medesimo che questa ultima è l’aspetto pratico o la forma operativa della religione; e perciò le sono in se stesse sacre ed inviolabili, e chi tentasse corromperle è un profano cui nòn stanno a cuore le sorti d’Italia.

Così soltanto la Biblioteca Popolare si fa scuola di virtù cittadine e spande beneficenza di morale perfezionamento; così si prepara una educazione veramente nazionale capace di raffermare tutte le menti nel vero amor di patria, amore che dee formare in ogni cittadino una seconda religione insieme col principio di giustizia e di libertà! Vedremo così aperta in nome del progresso una luminosa palestra ad ogni felice ingegno, ad ogni indefessa applicazione, ad ogni ambizione onesta, trasfuso in ogni cittadino lo zelo del publico servigio, lo stimolo dell’emulazione, la febbre dell’attività,

  1. Fab. Nannarelli.