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un eccellente effetto sui nostri lettori, i quali potranno avere un buon ammaestramento dalla storia. Nulla vieterebbe che coteste biografie contenessero digressioni storiche per dipingere i costumi e le vicende de' tempi in cui visse l’eroe di cui si narra la vita.

Intorno alle scienze ed alle arti, a me non garbano nè punto nè poco que’ libri che si dicono popolari, ma che dirsi dovrebbero triviali; perocchè in essi la scienza è così svisata da non essere più nè scienza nè arte. — Fra tutte le scienze la sola che può eminentemente diventar popolare è la scienza morale, la quale nell’insegnamento che si dà ai futuri maestri e negli esami per giudicarne l’idoneità ad insegnare, con grande meraviglia di molti venne collocata tra le materie che sono facoltative e si reputano un pleonasmo. Scienza facoltativa per maestri la morale? possibile! A prima giunta può credersi un epigramma; non parrebbe anzi che dovrebbe tenersi la prima, la sostanziale, intorno alla quale tutte le altre cognizioni, dovrebbero essere come semplice ornamento? Dove mi trovi un libro più semplice e ad un tempo adatto all’intelligenza dei più quanto il libro de’ Doveri degli uomini di Silvio Pellico? Nè la morale è una scienza così ristretta che bastino pochi libri ad insegnarla tutta1. Appartengono alla morale i codici tutti dai civile al penale, dal commerciale a quello internazionale. — Un libretto che discorresse dei delitti e delle pene non dovrebbe ottenere la cittadinanza delle Biblioteche popolari? Forsechè l’uomo del popolo ha sempre la cognizione esatta delle sue azioni e della responsabilità di esse in faccia all’autorità civile? Conosce egli tutti i

  1. Eccellente sono quest’aspetto è il nuovo libro di Cesare Caniù, Buon senso e buon cuore. Nei quale con sì perfetta economia la forma espositiva del ragionamento si alterna colla drammatica del racconto, come appunto si richiede per libri siffatti.